Applausi e risate per il Barbiere di Siviglia alle Muse
Regia Michieletto tra commedia dell'arte e teatro dell'assurdo
Divertente, originale, applauditissima. E' stata così ieri sera al Teatro delle Muse di Ancona la messinscena firmata Damiano Michieletto del Barbiere di Siviglia di Rossini, che dal 2003, data del suo debutto al Maggio Fiorentino, non ha mai smessi di essere replicata con unanimi consensi e che qui viene ripresa di Tommaso Franchin con l'assistenza di Gloria Campaner. Un successo annunciato già dal sold out dell'anteprima dedicata ai giovani, basato sul perfetto affiatamento della giovane compagnia di canto: Pietro Adaini (Conte di Almaviva), Giuseppe Toia (Don Bartolo), Alexandra Meteleva (Rosina), Hae Kang ( Figaro), Eugenio di Lieto (Don Basilio), Melissa D'Ottavi (Berta), Davide Chiodo (Fiorello) e Stefano Fagioli (Un ufficiale), con molti dei suoi membri usciti dall'Accademia Rossiniana di Pesaro. Ad essi ha fatto da contraltare la perfetta direzione d'orchestra di Jacopo Brusa, altro grande conoscitore del compositore, che ha guidato l'Orchestra Filarmonica Marchigiana e il Coro del Teatro Ventidio Basso di Ascoli Piceno preparato da Pasquale Veleno (in buca), da seduto dopo essersi infortunato a una caviglia, e una regia capace di rendere con pochi ma efficaci elementi scenici il vorticoso dipanarsi delle diverse fasi della vicenda, puntualmente registrate dalla partitura. Il sipario si apre con l'annuncio di un treno in partenza da Ancona per Siviglia e le sedie rosse che lo rappresentano sul palco animato da figuranti, saranno anche quelle che definiranno assieme ad una scala, ombrelli, cuscini e palloncini i momenti salienti della narrazione. Il conte di Almaviva ama ricambiato Rosina, che il suo occhiuto e anziano tutore Don Bartolo tiene però sotto stretto controllo volendola impalmare e impadronirsi delle sue sostanze. Gli escamotage dei due giovani per comunicare tra scambi di bigliettini, serenate sotto il balcone, equivoci e travestimenti vari suggeriti dal barbiere e factotum Figaro, scandiscono perciò tutto il racconto in un crescendo musicale e narrativo puntellato da risate e colpi di scena. Alla fine Bartolo chiude la bella nella sua stanza in attesa del notaio per le nozze, ma la sua precauzione si rivelerà inutile: il conte arriverà prima e lo batterà sul tempo sposando la giovane. Il tutto realizzato con semplici ma geniali spostamenti degli elementi di scena a sipario aperto, dove i costumi di Carla Teti: quello da serpente di Don Basilio, l'improbabile frac clownesco bianco e oro di Don Bartolo e quello coloratissimo di Figaro, assieme al rosso degli abiti dei due innamorati e degli impermeabili e degli ombrelli dei figuranti, concorrono a creare (assieme alle luci di Alessandro Carletti) un'atmosfera a metà tra commedia dell'arte e teatro dell'assurdo. Al termine, tra il giubilo generale per il trionfo dell' amore, viene dato l'annuncio del treno da Siviglia ad Ancona e il sipario si chiude tra scroscianti applausi. Si replica domenica 7 dicembre alle 16.30.
S.Al-Balushi--DT
